Carlo Valente a pranzo da La Scimmia

Due delle tre lune erano in eclisse totale che pareva la terra.
La terza luna era illuminata per un quarto dal sole giallo e per tre dalla fottuta gigante rossa.
Non conoscevo il tempo che era passato né il giorno che fosse.
Sapevo solo che “la mia valigia é un mucchio di vestiti addosso”. “Che novità!” .
Da quando sono qui non piove mai.
E non voglio immaginare che pericoli possa comportare una pioggia perchè ho altri problemi.
Quotidiani.
E qui le bestie sono mostri giganti.
Decisamente la razza dominante.
L’unica fonte d’acqua è un oceano salato da distillare ogni giorno
e l’unica cosa edibile assomiglia a un ostrica acetata, aspra, acre e salata.
Martedì 5 febbraio 2019 mangio con Carlo Valente.
Il Lunedi viene Paola e casa é rimasta mezza pulita.
Dormo male e mi alzo presto per preparare la coda del vitello al sugo.
Ci affogo i maccheroni e c’è da leccarsi i baffi.
A dividerci il quinto quarto siamo io, il Palmiuga al filmino, il maestro Dario Pierini alla tastierina Casio e Carlo.
Io – perdio – non ho voce ma canto con la mente.
Decido che è troppo e scelgo di suicidarmi.
Spingendomi verso il deserto sconfinato e piatto.
Ovviamente dopo mezza giornata di cammino mi sento già d morire.
E una parte di me ancora crede di essere morto lì,
in quell’ultimo ricordo che ho di me e della sabbia in bocca.
Oltretutto puzzo che accoro.
Rolls royce, rolls royce, rolls royce, da mo che te lo sto a dì che questa vita così.. e San Remo lo vince lui. O Nek.
Mi sveglio dal sogno e gia mi pare di vivere in un miraggio.
Mi ritrovo in un’oasi grigia e una cascata di acqua, apparentemente potabile, si fionda giù da un tetto piatto.
Sorretto da due pilastroni di cemento.
Alla base un massetto liscio scuro e a tre metri un porco enorme che mi fissa.
È la prima creatura su questo pianeta che non mi sembra aggressiva.
Rallentando i miei movimenti mi chino a bere un goccio d’acqua e poi mi scaglio verso di lui con tutte le mie forze.
Buio.
Poi l’olezzo.
I suoi occhi fissi su di me a 3 metri d distanza.
Mi fa una faccia buffa ma io mi accorgo che oltre a me era soprattutto lui a fetare.
Il puzzo è un misto tra un secchione numerose miste resta umane.
Merda e piscio seccati al sole.
Rimaneggiate concrezioni si alternano sulla pelle porosa a chiazze ricoperte da peli lunghi rasta.
Mi fa una faccia buffissima.
Ma non possiamo avvicinarci.
I miei polmoni collasserebbero in quell’aria putrida e nebbiosa che gli sta tutto intorno.
Mi accorsi che la bestia mi leggeva nel pensiero quando sfinito guardavo lontano e non vedevo nulla di edibile.
Corse dal posto all’orizzonte ad una velocità surreale.
Al che decisi di strapparmi la maglietta,
bendarmici il naso e cavalcare il porco putrido.
Lui annuì e mi sorrise.
La mia casa ora è un casinò di giocattoli buttati per terra.
Stamattina sono stato intervistato da Chiara Borghi per Adp radio.
Attività di pensiero.
Me so aperto come una macchinetta al bonus dei libri
e me so spento nel pomeriggio con la febbretta e il senso di freddo che ogni sera mi assale ad una certa.
Carlo vale perchè è una tachipirina 1000 che ti permette di sognare.
E una preghiera va i migranti e ai bambini.
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